domenica 23 novembre 2014

I giorni dell'homeschooling: Civita di Bagnoregio

I Birbi stanno crescendo e ogni fine settimana cerchiamo di fare delle attività interessanti per stimolare la loro curiosità. Ieri siamo andati a visitare Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, famosa per essere "la città che muore", a causa di lenti franamenti delle pareti di tufo, che poggiano su uno strato argilloso, su cui è costruita.

 Civita nel 1874
 Civita nel 2000


La città sovrasta la suggestiva Valle dei calanchi, che sono piccoli bacini delimitati da creste e pinnacoli creati dall'azione dilavante della pioggia sull'argilla. Sembra di essere in una sorta di canyon!




La città ha origini antichissime: abitata inizialmente dagli Etruschi, assunse il nome di Balneum regis dopo che il re longobardo Desiderio andò lì a curare i suoi malanni con le acque termali. Bagnoregio è famosa anche per aver dato i natali a s. Bonaventura, uno dei biografi di San Francesco: da piccolo Giovanni Fidanza (vero nome di san Bonaventura) era stato guarito da una brutta malattia proprio dal santo di Assisi, il quale, separandosi da lui dopo l'avvenuta guarigione, gli disse "Bona ventura", ossia "Buona fortuna, buona vita futura". Per questo poi, una volta fattosi frate francescano, volle assumere il nome di Bonaventura, che ancora oggi è un nome molto diffuso fra gli abitanti di Bagnoregio. 

Coi Birbi siamo andati a visitare il Museo geologico e delle frane: il territorio di Bagnoregio è infatti caratterizzato da argille sabbiose di origine marina del Pleistocene, ricoperte da depositi vulcanici del vicino distretto vulcanico vulsino. 



Ci sono pannelli esplicativi che raccontano la storia di queste terre.




Schermi che illustrano la storia della Terra dalla sua nascita ai giorni nostri.




In queste teche sono racchiusi rocce e fossili risalenti a molti, molti anni fa! I Birbi ne sono rimasti affascinati!

Sicuramente Bagnoregio è una meta in cui tornare quando i miei bimbi saranno più grandi e affronteranno a scuola queste tematiche! A me la gita è servita molto, oltre che a mangiare buonissimi piatti a base di funghi e tartufo, a raccogliere informazioni per parlare ai miei alunni della tettonica delle placche e dell'erosione delle montagne.


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