martedì 16 dicembre 2014

Perché ho detto sì a "Basta compiti"

Ho conosciuto Maurizio Parodi la scorsa estate, leggendo il suo "Basta compiti! Non è così che si impara". Una lettura folgorante, che ha dato voce a un disagio che provavo da tempo: è da tanto, infatti, che mi sento in difficoltà nel dare compiti per casa, in particolare nel dare compiti per le vacanze. La parola "vacanza" deriva dal latino vacare, ossia essere vuoto, libero, senza occupazioni. Perciò - pensavo - se vacanza dev'essere, a che scopo dare del lavoro ai miei alunni? 


Era dunque da sempre mia abitudine non dare affatto compiti per le vacanze o per il lunedì. Non pensavo però che potessero esserci così tante persone a pensarla come me! In fondo, tutti noi abbiamo fatto decine e decine di compiti durante la nostra vita scolastica e alla fine siamo sopravvissuti! Questo è ciò che più spesso mi sento dire quando illustro a qualcuno la battaglia che sto portando avanti, capitanata proprio da Maurizio Parodi, affinché la pratica obsoleta, inutile e dannosa dei compiti a casa venga abolita. 
E' vero, siamo sopravvissuti. Ma quante delle cose che ci sono utili oggi le abbiamo imparate a scuola, grazie ai compiti? Quante abilità abbiamo affinato grazie ai compiti? Ben poche, temo. 
Quanti di noi, poi, hanno un ottimo ricordo dei giorni passati a scuola? Sì, probabilmente ricordiamo con piacere le risate e le chiacchiere coi compagni di classe, le gite e le uscite didattiche. Ma quanti ricordano un lavoro interessante o lezioni dalle quali era difficile separarsi? Anche qui credo che la risposta sia "ben pochi".   
Queste due risposte meritano dunque una riflessione: la scuola, così come l'abbiamo vissuta e come continua ad essere impostata, non va. Abbiamo il dovere di cambiarla! Capisco che le tradizioni ci diano sicurezza: molti sono portati a pensare "si è sempre fatto così, un motivo ci sarà, perché cambiare?". Eppure, a ben guardare, motivi per cambiare ce ne sarebbero molti.


1) Non si capisce come sia possibile non riuscire a far lavorare i bambini in diverse ore che passano a scuola. In particolare è inconcepibile che i bambini frequentanti il tempo pieno debbano tornare a casa alle 4 e rimettersi a lavorare. Ma con quale testa si può pensare che si mettano all'opera? Anche noi grandi, dopo aver lavorato dalle 8 alle 16, vorremmo solo STACCARE una volta tornati a casa. E perché questo non dovrebbe valere anche per i più piccoli, che sicuramente hanno meno resistenza alla fatica degli adulti?

2) Negli ultimi anni si sta assistendo sempre di più al manifestarsi di cosiddette patologie, come l'ADHD. Fino a vent'anni fa, alcuni bambini sarebbero stati etichettati semplicemente come molto vivaci. Oggi no. Oggi sono dei malati, così come hanno qualcosa che non va quelli che hanno una brutta grafia o non riescono a fare calcoli come un computer. Non nego che qualcuno possa avere effettivamente delle difficoltà e per questo vada aiutato, ma da lì a creare un esercito di malati e di disagiati ce ne passa. Perché oggi tanti bambini scalpitano sulla sedia, parlano a voce alta, in poche parole sono ingestibili? Perché la scuola somiglia sempre più ad una galera! Non si può uscire in cortile perché se qualcuno si fa male sono guai, non si possono mettere i banchi in maniera diversa dallo standard, perché se scoppia un incendio sono guai...insomma, bisogna solo stare al palo per sei ore e anche più, zitti e mosca! Ma come si può pensare di arrestare l'energia dei bambini per così tanto tempo? Io stessa, quando per due o tre ore sono seduta nei loro banchetti per qualche riunione pomeridiana, dopo un po' comincio a scalpitare! E quando si è in uno stato di sofferenza fisica, non si impara un bel niente, c'è poco da fare! 

3) Oggi i programmi di ogni materia sono sterminati. In un singolo anno scolastico si vogliono affrontare una miriade di argomenti, ma se si vogliono davvero capire a fondo certi processi, non si può andare di corsa! E poi, a cosa serve trattare decine e decine di argomenti quando poi manca la capacità critica, manca la logica, manca la capacità di risolvere i problemi che ci si parano davanti? I compiti a casa vengono dati anche per questo, in particolare nelle materie più discorsive come la storia o la geografia: per poter finire il programma, si assegnano diverse pagine che i ragazzi dovranno studiare da soli. Ma è chiaro a tutti che uno studio di questo tipo lascia il tempo che trova (ossia il tempo dell'interrogazione): si memorizza col solo scopo di prendere un buon voto, ma poi della Rivoluzione francese o del ciclo dell'acqua non resta niente.

4) La scuola ormai è diventata un "votificio". L'unica preoccupazione degli insegnanti è mettere voti, fare verifiche, fare interrogazioni. Ci si ingegna solo a trovare griglie di valutazione per cercare di giudicare al centesimo le performance dei ragazzi, neanche fossero centometristi da beccare al fotofinish. Aumentano i casi di ansia da prestazione, di malattie psicosomatiche, di stress fra i più piccoli. I rapporti tra bambini e genitori sono incrinati proprio per questioni scolastiche. Quanto si starebbe meglio se tutta questa corsa al voto fosse abolita! I bambini sarebbero finalmente liberi dall'ansia di dover ingurgitare nozioni solo per "rivomitarle" all'insegnante e potrebbero allora imparare davvero per il piacere di imparare! Per "misurare" i loro progressi ci potrebbero essere molte altre modalità...Oggi poi il web ci viene incontro su queste problematiche, io stessa ho sperimentato con successo alcune app per la valutazione.

Queste sono solo alcune delle riflessioni che mi hanno portato a dire sì alla campagna "Basta compiti" e ad impegnarmi perché questo pensiero, che tiene conto dei sogni e dei bisogni dei bambini e degli adolescenti, si diffonda sempre di più, dando vita ad un nuovo modo di fare scuola.

Se anche voi che leggete il mio blog la pensate come me, ecco cosa fare:


A) iscrivetevi al gruppo Facebook "Basta compiti";

B) firmate la petizione;

C) diffondete il più possibile la lettera e la circolare ministeriale, che trovate alla sezione File del gruppo FB, in cui è spiegato per filo e per segno perché dire basta ai compiti per casa;

D) leggete con attenzione i materiali raccolti nel blog di Basta compiti.

E ricordate la frase di Shepard che io ho suggerito a Maurizio come nostro slogan: 
"L'innovazione necessita di buone idee, di un gruppo di amici, di spirito di iniziativa"!

domenica 23 novembre 2014

I giorni dell'homeschooling: la mostra di Escher

Qualche weekend fa siamo andati a visitare la mostra di Escher al Chiostro del Bramante. Era da tempo che meditavo di farlo, volevo assolutamente portarci i Birbi, perché al Chiostro in genere vengono ospitate mostre non troppo grandi (dunque fruibili facilmente dai bimbi) e soprattutto perché ero sicura che le opere di Escher avrebbero catturato l'attenzione dei miei piccoli. 


Ma chi era Escher? Un artista poliedrico, nato in Olanda sul finire del XIX sec. e vissuto per molto tempo in Italia, in particolare a Roma, dove abitò nel quartiere di Monteverde Vecchio (la stanza che si vede alle sue spalle nel disegno qui sopra è proprio quella di Monteverde).

 I suoi fantasiosi disegni forse oggi sono facilmente ideabili grazie alle nuove tecnologie, ma all'epoca di Escher erano assolutamente un'innovazione. A guardarli si resta incantati e in effetti anche i Birbi hanno apprezzato molto la mostra. In particolare la piccola Birba è rimasta affascinata da questo disegno 




La mostra è allestita in maniera davvero eccellente: ci sono percorsi per bambini, audioguide apposta per loro e piccoli giochi che spiegano le regole matematiche di cui si serviva Escher per realizzare le sue opere. 

I giorni dell'homeschooling: Civita di Bagnoregio

I Birbi stanno crescendo e ogni fine settimana cerchiamo di fare delle attività interessanti per stimolare la loro curiosità. Ieri siamo andati a visitare Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, famosa per essere "la città che muore", a causa di lenti franamenti delle pareti di tufo, che poggiano su uno strato argilloso, su cui è costruita.

 Civita nel 1874
 Civita nel 2000


La città sovrasta la suggestiva Valle dei calanchi, che sono piccoli bacini delimitati da creste e pinnacoli creati dall'azione dilavante della pioggia sull'argilla. Sembra di essere in una sorta di canyon!




La città ha origini antichissime: abitata inizialmente dagli Etruschi, assunse il nome di Balneum regis dopo che il re longobardo Desiderio andò lì a curare i suoi malanni con le acque termali. Bagnoregio è famosa anche per aver dato i natali a s. Bonaventura, uno dei biografi di San Francesco: da piccolo Giovanni Fidanza (vero nome di san Bonaventura) era stato guarito da una brutta malattia proprio dal santo di Assisi, il quale, separandosi da lui dopo l'avvenuta guarigione, gli disse "Bona ventura", ossia "Buona fortuna, buona vita futura". Per questo poi, una volta fattosi frate francescano, volle assumere il nome di Bonaventura, che ancora oggi è un nome molto diffuso fra gli abitanti di Bagnoregio. 

Coi Birbi siamo andati a visitare il Museo geologico e delle frane: il territorio di Bagnoregio è infatti caratterizzato da argille sabbiose di origine marina del Pleistocene, ricoperte da depositi vulcanici del vicino distretto vulcanico vulsino. 



Ci sono pannelli esplicativi che raccontano la storia di queste terre.




Schermi che illustrano la storia della Terra dalla sua nascita ai giorni nostri.




In queste teche sono racchiusi rocce e fossili risalenti a molti, molti anni fa! I Birbi ne sono rimasti affascinati!

Sicuramente Bagnoregio è una meta in cui tornare quando i miei bimbi saranno più grandi e affronteranno a scuola queste tematiche! A me la gita è servita molto, oltre che a mangiare buonissimi piatti a base di funghi e tartufo, a raccogliere informazioni per parlare ai miei alunni della tettonica delle placche e dell'erosione delle montagne.


martedì 7 ottobre 2014

Menù settimanali per bimbi veg

Cosa preparare da mangiare ai veg-cuccioli? I ritmi frenetici a cui viaggiamo spesso ci impediscono di dedicarci come vorremmo alla preparazione dei pasti. Inoltre, a volte è difficile trovare pietanze veg che siano semplici da preparare e gradite ai palati dei piccoli. Nel sito Crescibio, si possono trovare menù per tutta la settimana, come questo autunnale, che vi aiuteranno ad organizzare dei pasti completi e bilanciati per i piccoli e anche per voi. 
Avere un menù già stilato conviene anche perché si possono comprare a inizio settimana solo le cose di cui si ha realmente bisogno. Inoltre qualcosa si può preparare con un po' di anticipo, sapendo già dal lunedì cosa bisognerà cucinare nei giorni successivi.
Buon appetito!

Prodotti vegan: il Sojasun Bifidus

Moltissime persone sono ormai intolleranti o allergiche al latte vaccino. Che questo non sia un alimento salutare per il nostro organismo, è ormai un dato di fatto. Peccato che molti nutrizionisti continuino a propinarlo in tutte le salse, millantandone l'ottimo apporto di calcio e altri sali minerali. In realtà, è vero il contrario: il nostro corpo, per poter assimilare le proteine animali, fortemente acidificanti, sottraggono alle ossa il calcio. Per cui assumendo latte, si perde più calcio di quanto non se ne prenda! Non è un caso, infatti, che nel mondo le popolazioni che assumono più latte e latticini siano anche quelle che soffrono di più di osteoporosi, mentre in zone in cui il latte vaccino non si beve (ad esempio l'India), questa malattia abbia un'incidenza molto, molto più bassa.

E' difficile però rinunciare a un cappuccino, ad uno yogurt, ad una pizza con la mozzarella, me ne rendo conto. Purtroppo bar e ristoranti non sono ancora attrezzati adeguatamente per far fronte alle richieste di persone che rifiutano di assumere latte e latticini. Il mio consiglio? Almeno cercare di evitare questi alimenti il più possibile. Quando si è a casa o se ci porta al lavoro uno spuntino o il pranzo, scegliere sostituti del latte vaccino, a base di latte di soia, di riso o altri vegetali.

Vorrei scrivere alcuni post dedicati a buoni prodotti che io personalmente ho provato e che non faranno assolutamente rimpiangere latte, yogurt & co. fatti con il latte di qualche dolce mucchetta! Oggi comincio con il consigliarvi un ottimo dessert di soia, abbordabile nel prezzo e facilmente reperibile in tutti i supermercati; il Sojasun. Ne ho assaggiati diversi gusti, ma uno veramente delizioso è quello con la polpa di limone. Ha la stessa consistenza della crema di yogurt Muller, è arricchito con calcio e fermenti lattici. Ha un gusto delicato e per nulla aspro, che piacerà anche ai bimbi!

martedì 16 settembre 2014

Letture estive per educare alla libertà

Le vacanze sono finite e proprio ieri è ricominciata la scuola. Questa estate è stata ricca di esperienze per noi Birbanti: siamo stati sia al mare che in montagna e lo stare così tanto a contatto con la natura, vivendo all'aria aperta in totale libertà, fuori dagli schemi e dagli orari, ha fatto un gran bene ai miei piccoli! Questo mi ha fatto riflettere sulla necessità di una vita in cui la libertà e la natura siano delle priorità irrinunciabili. Inoltre questi mesi di vacanza mi sono serviti per fare delle interessanti letture, che hanno rivoluzionato totalmente e messo in crisi il mio modo di essere mamma e insegnante.

Il primo di questi libri - di cui vi consiglio vivamente la lettura - è Homeschooling di Erika di Martino, una mamma di 4 bambini che non vanno a scuola e che hanno deciso di mettersi in gioco in prima persona per costruire il loro bagaglio culturale. 

 

La realtà dell'homeschooling è per lo più sconosciuta in Italia (anche se il numero degli homeschoolers è in costante aumento), eppure dall'indagine di Erika emerge l'assoluta validità di questa scelta. Una scelta senz'altro impegnativa e coraggiosa, ma che dà la possibilità di essere davvero attori del proprio sapere, e non più semplici spettatori, come ormai troppo spesso succede nelle nostre scuole. Il libro mi ha fatto riflettere sulle metodologie ormai stantie che sono in uso a scuola: il motto "si è sempre fatto così, perché cambiare?" lo odio nella vita in generale, ma tollerarlo nel proprio lavoro è ancora più deprimente. Non credo che i miei figli - almeno nell'immediato - diventeranno degli homeschoolers, ma sono convinta che un approccio più attivo alla conoscenza e una presenza più costante e stimolante dei genitori nell'apprendimento dei figli siano senz'altro qualcosa di positivo. Se volete sapere di più sull'homeschooling (o educazione parentale), visitate il sito Controscuola, gestito dalla stessa autrice del libro.

Il secondo libro che mi ha aperto davvero la mente è Basta compiti! di Maurizio Parodi, un preside dalle idee rivoluzionarie che in questo saggio spiega come mai la maggior parte delle volte i compiti a casa siano totalmente inutili e controproducenti. Sono molto d'accordo - ed ho potuto sperimentarlo di persona - che spesso chi è più svantaggiato socialmente ed è meno seguito a casa (per cui svolge poco e male i compiti), è più penalizzato a scuola, quando invece dovrebbe essere più aiutato e incoraggiato. Scegliere di andare controcorrente richiede una buona dose di autostima e di empatia, ma il percorso di decrescita intrapreso negli ultimi anni, a mio parere, comprende anche questo!  


Ritengo che questi due libri non dovrebbero mancare nella biblioteca di ogni insegnante che si rispetti, perché è importante mettersi sempre in discussione, percorrere percorsi nuovi, soprattutto quando è tangibile la sensazione di disagio dentro di noi nel procrastinare certe cattive abitudini: io, per esempio, da molto tempo mi sento davvero male e mi annoio nell'interrogare e nel propinare compiti in classe, avverto la noia e il disagio dei ragazzi costretti a fare cose spesso davvero inutili (ma perché sezionare un testo letterario in sequenze? Perché non leggerlo e basta e parlare delle emozioni e delle riflessioni che ci suscita?). Ma soprattutto sono avvilita quando devo mettere un brutto voto a un ragazzo che non ha studiato e di cui scorgo le evidenti difficoltà a tenersi al passo con gli altri. 

Non vedo l'ora di sperimentare nuove strade per appassionare i miei alunni alla conoscenza e per sentirmi anch'io sempre più felice del mio lavoro! Perché, come sostiene Erika Di Martino, è la felicità la molla che veramente ci guida nella vita verso la piena realizzazione di se stessi. Quando si è felici, si impara davvero! 

giovedì 5 giugno 2014

Un consiglio per la giornata mondiale dell'Ambiente 2014!

Oggi è la giornata mondiale dell'ambiente (World Environment Day, cliccate qui per saperne di più). Ma da bravi downshifters noi non ci ricordiamo di voler bene alla Terra solo un giorno all'anno, giusto? Cosa possiamo fare ogni giorno per preservare il nostro splendido pianeta dall'inquinamento, dal degrado e dalla distruzione? In rete potete trovare tanti suggerimenti (ad esempio questi dei cari amici di Greenme), questo stesso blog è nato per raccontarvi la mia vita green...


Ma personalmente, il suggerimento che vorrei darvi oggi è questo: compriamo sempre prodotti di stagione. Un recente dossier della Coldiretti ha stabilito quanto inquinamento produca il trasporto da un continente all'altro di prodotti fuori stagione. Ad esempio, se in pieno inverno ci viene voglia di mangiare meloni o cocomeri, questi dovranno necessariamente arrivare dall'altra parte del mondo, trasportati su aerei che - quanto a inquinamento - hanno pochi rivali. Non sarebbe meglio allora mangiare solo quello che la Natura offre alle nostre latitudini in quel preciso momento dell'anno? A questo indirizzo potete scaricare un simpatico calendario della stagionalità, per conoscere in quali mesi è possibile mangiare la frutta e la verdura che preferite.

Invece di acquistare le cosine verdi al supermercato, andate in qualche bel mercato contadino (quello dei Castelli romani è il mio preferito, se siete di Roma e dintorni andate a conoscere tutti i loro appuntamenti sulla pagina Facebook). Lì i produttori vi venderanno direttamente le cose che coltivano sul territorio, senza stare a scomodare le ciliegie cilene, i mirtilli argentini, gli asparagi peruviani, le noci californiane, le more messicane, i cocomeri brasiliani, i melograni israeliani, le rose ecuadoregne, i fagiolini egiziani (questi pare siano i 10 prodotti più impattanti).



Buonissima giornata dell'Ambiente a tutt*!!

mercoledì 4 giugno 2014

Latte di soia fatto in casa!

La famiglia Birbanti è una vorace consumatrice di latte vegetale, soprattutto di soia. Da quando abbiamo adottato un'alimentazione veg, si è reso necessario sostituire il latte vaccino, che si trova ovunque a prezzi spesso davvero vantaggiosi, con il più costoso latte vegetale, rigorosamente biologico, il che comporta sempre un certo livello di prezzo. Finora non ho mai badato a queste questioni, perché ritengo che sia preferibile spendere un po' di più pur di avere la sicurezza di mangiare e bere prodotti biologici, senza l'ombra di pesticidi e altre schifezze chimiche e artificiali. Però volendo percorrere la strada della decrescita come si deve, mi sembra arrivato il momento di autoprodurre anche il latte di soia.
Pensavo fosse molto più complicato, invece ho trovato un procedimento abbastanza semplice. In commercio esistono anche dei macchinari che producono latte vegetale, come questo, che si trovano in vendita anche su Ebay o Amazon, ma per iniziare ho voluto provare a farlo con le cose che avevo a casa, ossia pentola, frullatore ad immersione e olio di gomito!   

Ecco cosa dovete fare:

1. Acquistate della soia (io ho comprato la soia gialla della Ecor, che costa circa 1.80 euro). Mettetela a bagno per una notte.



2. Al mattino, scolate l'acqua che sarà un pochino torbida e mettete la soia in una pentola capiente. La proporzione è 1 litro d'acqua ogni 100 g di soia. 



3. Lasciate cuocere la soia per un'ora. Al termine della cottura, frullate il tutto con il frullatore ad immersione per almeno 5 minuti. Ne risulterà un liquido giallastro e anche schiumoso. Sembra davvero latte!



4. Ora arriva la parte un pochino più impegnativa: prendete una bacinella o un'insalatiera, poggiateci sopra uno scolapasta e sopra ancora un tovagliolo o un canovaccio, preferibilmente di lino (le maglie devono essere abbastanza larghe). 



5. Versate con un mestolo alcune cucchiaiate del liquido frullato e cominciate a strizzare il tovagliolo. Il liquido che colerà sarà il nostro latte di soia.



6. Ripetete l'operazione fino ad esaurimento del liquido, avendo cura di togliere la polpa rimasta intrappolata nel tovagliolo (sappiate che quella polpa non si butta ASSOLUTAMENTE: si chiama okara e impareremo a riutilizzarla nei prossimi post).



7. Per aromatizzare il latte, aggiungete un pizzico di sale e immergete un baccello di vaniglia senza aprirlo, facendolo girare per una ventina di volte. Per rendere il latte un po' più denso, si possono lasciare delle foglie di alga kombu immerse nel latte per un paio d'ore. L'alga kombu che avevo io in casa proviene dalle coste atlantiche della Spagna, è un'alga che vive in acque profonde ed è un concentrato di sostanze nutritive e minerali preziosi come il calcio, lo iodio, il magnesio, il ferro. La presenza di acido alginico, una sostanza collosa che rende la struttura della pianta flessibile all'andirivieni della risacca, rende ques'alga ottima come legante ed agisce come depurativo naturale dell'intestino, liberando le pareti del colon dalle tossine. Contiene inoltre mannitolo, il quale ha solo 2 kcal per grammo, ma dolcifica il 70% in più rispetto allo zucchero.  




8. Et voilà! Il nostro delizioso latte di soia homemade è pronto, non resta che metterlo in una bottiglia di vetro e conservarlo in frigo (può stare anche una settimana...ma credo finisca prima!). 


A me il suo sapore piace così com'è, ma volendo si può dolcificare con altri ingredienti, come lo zucchero di canna o il malto d'orzo.

Quali sono i vantaggi del fare il latte di soia da soli? Senza dubbio, il primo vantaggio è quello economico: molto meno di un euro al litro, contro i  2 e + euro del latte confezionato. Il secondo vantaggio è di tipo ecologico: questo latte è sempre conservato nel Tetrapak, che non è facilissimo da smaltire. Il terzo vantaggio è di tipo nutrizionale: il nostro latte homemade non è pastorizzato, a differenza dell'altro, pertanto mantiene intatte le sue caratteristiche nutritive. Il quarto vantaggio è di tipo emotivo: volete mettere la felicità che si prova ad aver prodotto con le proprie mani il latte che voi e i vostri familiari consumerete ogni mattina? E poi, volete mettere la felicità che si prova sapendo che per fare colazione nessuna mucca è stata sfruttata tra grandi sofferenze? 
Veg is the way!




lunedì 2 giugno 2014

Festa per il maggio dei libri!

Io e i Birbi siamo clienti assidui della biblioteca. Ci andiamo almeno una volta a settimana e a loro piace moltissimo aggirarsi tra gli scaffali pieni di libri di ogni colore, afferrare tutti quelli che li ispirano e leggerli seduti a quelle piccole tavole rotonde di relax e cultura. Poiché ho cominciato a leggere loro libri fin da quando erano dei poppanti, ad un certo punto si è reso necessario limitarne l'acquisto (anche questa è una scelta decrescente!). Così abbiamo trovato non troppo lontano da casa nostra una biblioteca fatta apposta per i piccini, la Casa dei bimbi di via Libero Leonardi.
Oltretutto la nostra bibliotechina al suo esterno ha un bel parco giochi, per cui andare lì significa trascorrere almeno un paio d'ore in allegria!

Il mese di maggio è dedicato ai libri e dal 2011 questa campagna nazionale ha l'obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura come elemento chiave della crescita personale, culturale e civile. 

Quest'anno la Casa dei bimbi ha chiesto ai piccoli e grandi lettori di acquistare un libro e di donarlo alla sede. Sabato scorso c'è stata la festa finale con la consegna dei libri.


A seguire un simpatico spettacolino di filastrocche




e infine, per rifocillarsi dopo essere stati un bel po' sotto il sole cocente di fine maggio, un delizioso buffet macrobiotico offerto da Un punto macrobiotico di via s. Giorgio Morgeto (ristorante e negozio sono in zona Osteria del Curato/Anagnina)




Questa sì che è stata una giornata davvero felice!

sabato 31 maggio 2014

Luoghi rilassanti per famiglie green: Villa Doria Pamphilj a Roma

Ogni tanto io e papà Birbante decidiamo di far saltare la scuola ai bimbi e di dedicare loro una giornata per fare qualcosa di interessante e divertente. Nei mesi scorsi io e Bibo siamo stati due volte in un museo (la prima volta abbiamo visitato la mostra "Gemme dell'impressionismo" al Museo dell'Ara Pacis, la seconda la mostra "Capolavori del Museo D'Orsay" al Vittoriano), di queste due giornate vi racconterò prossimamente.

Oggi voglio raccontarvi invece di una giornata splendida che abbiamo passato ultimamente con la nostra piccola Birba in un luogo di Roma che non avevamo mai visto prima e che sicuramente diventerà uno dei nostri punti di riferimento per il futuro: 
VILLA DORIA PAMPHILJ.



Questo parco nasce dalla tenuta di campagna di una nobile famiglia romana ed è una delle ville meglio conservate della città. Passeggiando per la sua splendida pineta, non sembra possibile essere a Roma! Al suo interno, c'è addirittura un corso d'acqua che si getta in un lago, con al centro un'isoletta di forma ellittica.




La nostra Birba si è divertita moltissimo a giocare sui giochini di legno, ad andare su e giù con l'altalena e ha fatto anche un dolce sonnellino sul passeggino, mentre noi camminavamo godendoci questo spettacolo di panorama.
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Un angolino di paradiso in una città aggressiva e caotica come Roma! Ma la ciliegina sulla torta è stato il pranzo da Vivi bistrot, un ristorante dall'atmosfera provenzale e dai cibi biologici che mi ha letteralmente conquistato! Per 12 euro si può prendere un piatto unico dal buffet (vino e bevande sono escluse): io ho preso delle mezze maniche con un pesto di menta, una ratatouille, una fettina di ricotta, dell'insalata di songino e mais e un po' di paté di carciofi spalmato su un panino al sesamo. 


 

A metà mattina si può fare un delizioso brunch con tantissime cose buone oppure rilassarsi con un centrifugato di frutta e verdura biologica.




Se poi avete voglia di fare un bel picnic nel parco, vi possono preparare dei cestini da asporto oppure potete farveli recapitare direttamente con questa simpatica bici nell'angolo di parco che più vi piace. 




Ci torneremo il più spesso possibile, questo è sicuro!


mercoledì 28 maggio 2014

Torno a scrivere sul blog a distanza di quasi un annetto...Non mi ero accorta che fosse passato così tanto tempo! Ne sono successe di cose in questo anno, ma quello che non è cambiato di certo è il mio impegno sulla strada del downshifting. Ho eliminato gran parte dei prodotti di derivazione animale dalla mia dieta (purtroppo con vergogna devo ammettere che, specialmente quando sono fuori casa, qualcosa con uova o formaggio ci scappa sempre...ma ci lavorerò su, promesso!), continuo ad autoprodurre molte cose (detersivi, dado vegetale, piantine aromatiche...), compro solo cibi biologici e cosmetici ecobio e soprattutto continuo a ricercare il modo migliore di fare del bene al nostro pianeta. In questo anno ho conosciuto una realtà meravigliosa quale quella di Giornalisti nell'erba, un'iniziativa a cui ho partecipato insieme ai miei alunni e che mi ha permesso di uscire un po' dai confini a volte angusti della scuola per entrare in un universo multiforme. Sicuramente continuerò a collaborare con loro, perché le tematiche ambientali da sempre mi stanno a cuore e credo fortemente che sia un dovere di tutti informare il più possibile su quale futuro ci aspetta se non iniziamo ad invertire la rotta (come dice il famoso climatologo Luca Mercalli in questo intervento, "per quanto riguarda i cambiamenti climatici, siamo nella m___a fino al collo")...Altro che il "cambio verso" di Renzi! Sono altre le cose davvero importanti da cambiare, e speriamo che anche i nostri cari governanti se ne rendano conto una volta per tutte.

Per riprendere un po' il discorso sull'autoproduzione, ecco una ricettina che ho testato con successo proprio l'altro giorno:

ANTICALCARE FAI DA TE 

In una bottiglia o in uno spruzzino di recupero, mettere 150 g di ACIDO CITRICO e un litro di ACQUA DISTILLATA. Usare sulle superfici da disincrostare lasciando agire per qualche minuto.