lunedì 28 gennaio 2013

Shampoo fai da te con la farina di ceci 2

Avete provato lo shampoo fai da te con la farina di ceci? Vi sarete accorte che nella ricetta ho dimenticato di indicare che OVVIAMENTE la farina di ceci e il miele vanno mescolati con acqua sufficiente a formare una pappetta più o meno liquida. Scusatemi! Ormai sono arrivata!
 
 
Volevo anche dirvi di non spaventarvi se la prima volta che vi lavate i capelli con la farina di ceci, il risultato non vi sembrerà dei migliori. Dovete RESISTERE e fare più lavaggi con questo metodo, perchè a quanto pare i capelli vivono una sorta di "crisi di passaggio": abituati ai siliconi e alle varie schifezze chimiche che li lisciano e li rendono apparentemente morbidi e setosi, quando si vedono lavati da una farina 100% naturale, reagiscono male, si arrabbiano e fanno i capricci. Ma voi dovete essere ferme e decise e spiegare loro la situazione: "Cari capelli, lo faccio per il vostro bene! Vedrete che tra qualche lavaggio mi ringrazierete e scoprirete quanto è bello non sentirsi soffocati da SLS & co.!".
 
Il lavaggio 100% naturale dei capelli apre anche delle riflessioni sul nostro essere accecati dalla pubblicità, dal marketing, dagli stereotipi. Abbiamo in mente che i capelli debbano essere lucidi, leggeri, profumati e setosi. Ma è davvero così necessario? Che siano puliti e trattabili è giusto, ma vediamo di non esagerare con tutti quei prodotti che fanno solo male ai capelli e ne fanno cadere più di quanto non si immagini!
 
 
 

venerdì 25 gennaio 2013

Libri che leggo: NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI di Fabio Geda

Ho comprato questo libro dietro consiglio di un mio alunno. E' stato per un bel po' sul comodino, sommerso da altre impellenti letture, ma tre giorni fa ho deciso di disseppellirlo e non me ne sono pentita! L'ho letto tutto d'un fiato, versando anche una lacrimuccia finale...Questa è la storia vera di Enaiatollah Akbari, ragazzino afgano di etnia hazara (quella ritenuta inferiore nella società afgana), che, per sfuggire ad una morte sicura per mano dei terribili talebani che tengono in pugno il paese, intraprende un avventuroso e doloroso viaggio verso l'Europa. Dapprima in Pakistan, poi in Iran, Turchia, Grecia, fino ad arrivare nel nostro Paese, dove racconta a Fabio Geda episodi incredibili accadutigli nella sua giovane vita.
 
Mi ha colpito la storia di Enaiat, perchè l'ho confrontata con gli agi in cui viviamo noi e i nostri adolescenti. Quanti saprebbero affrontare il distacco dalla propria famiglia, dalla propria madre, dai propri fratelli a 11-12 anni? Quanti si rimboccherebbero le maniche e saprebbero lavorare 12 ore al giorno in un cantiere edile? Quanti saprebbero dormire all'addiaccio nei parchi, mangiando pochissimo? Domande forse banali, ma su cui non è sbagliato riflettere, per non disprezzare continuamente le nostre vite di bambagia.

Il giovane Enaiat con Fabio Geda
 

giovedì 24 gennaio 2013

Shampoo fai da te con la farina di ceci

Restando in tema di capelli, tempo fa scrissi un post su Facebook raccontandovi di aver provato un metodo alternativo per lavarli, il COWASH, che consisteva nel massaggiare i capelli con una miscela fatta con una grossa dose di balsamo (rigorosamente senza siliconi) e 2 cucchiai di zucchero di canna. Alla fine del prolungato massaggio, volto a far sciogliere i granellini di zucchero, si doveva risciacquare altrettanto prolungatamente. Il risultato non era stato però dei più soddisfacenti: i capelli erano di sicuro più morbidi, ma non erano puliti come mi sarei aspettata. Forse avrei dovuto provare ancora una volta questo tipo di lavaggio, ma non me la sono sentita e ho preferito rivolgermi verso altre ricette.
 
Avevo sentito parlare da più parti del lavaggio con la FARINA DI CECI.
 

Così, armata della mia bella farina di ceci macinata a pietra, mi sono lavata i capelli con questa miscela fatta con 2 cucchiai di farina e 2 cucchiai di miele. Anche questa miscela va ben distribuita e ben massaggiata per assorbire il grasso da lavare via e infine moooolto ben sciacquata per eliminare i più piccoli granelli.
 
Prima di scrivere questo post, ho voluto provare per più volte questo metodo, perchè volevo essere sicura di non consigliarvi una bidonata, ma per quanto mi riguarda lo trovo davvero efficace. L'unico inconveniente consiste nel fatto che i capelli, dopo il lavaggio, risultano un po' ispidi, per cui è necessario un po' di balsamo. Anche per quello sto cercando delle ricette naturali a base di yogurt (utili anche per riciclare lo yogurt scaduto!) che vi posterò a breve.

Se pensate che i vostri capelli si secchino troppo con questo metodo, potreste alternare il cowash con la farina di ceci oppure fare di tanto in tanto uno shampoo ecobio come questo di Biofficina toscana.
 
Da quando mi lavo i capelli con la farina di ceci, ho notato che me ne cadono molti, ma molti di meno. Avevo letto in qualche articolo che gli shampoo industriali potrebbero provocare la calvizie a causa di certi ingredienti scadenti, come l'SLS (che provoca schiuma), il sodium chloride e la formaldeide.
 
Cosa sto capendo in questo mio eco-percorso?

NON USARE NIENTE CHE NON USEREBBE LA TUA BISNONNA!

mercoledì 23 gennaio 2013

Bye bye parrucchiere!

Lungo la strada della decrescita felice, ho cercato di eliminare per quanto possibile i costi derivati dalla cura dei capelli. Da mesi ormai non vado dal parrucchiere, i capelli bianchi (che purtroppo ho da vendere!) li tingo con una tinta della dr. Taffi che non contiene resorcina, p-fenilendiammina, allergeni vari ed ammoniaca, è nichel free e soprattutto è cruelty free. Per la modica cifra di 12 euro, ogni mese i miei capelli possono sfoggiare un bel color mogano e sono visibilmente più sani e lucidi.
Avevo la necessità di tagliare la frangia, ma mi sono detta: "Ti pare che ora devo andare a spendere almeno 30 euro dal parrucchiere per farmi tagliare la frangia?".

Parrucchiera fai da te in erba!

E così, armata di forbici e della massima attenzione, mi sono tagliata la frangia più perfetta degli ultimi anni. No, davvero, ogni volta che andavo dal parrucchiere non ne uscivo mai contenta...e oltretutto avevo pure dovuto sborsare quattrini per guardarmi allo specchio e fare smorfie di disgusto! Ho così scoperto che Youtube (come questo di Carlitadolce) pullula di tutorial su come tagliarsi i capelli da sole, per cui la prossima volta che avrò necessità di dare la classica spuntatina (che - come si sa - per noi corrisponde ad un cm. di capelli, mentre per il parrucchiere corrisponde a 4/5 cm.) farò tutto da sola!!

Provate anche voi e vedrete che grande soddisfazione è fare a meno di questa schiavitù. In tempi passati mi ero comprata una buona piastra professionale, per cui quando ho voglia di fare una piega un po' più precisa, uso quella e il costo del parrucchiere è ELIMINATO!

martedì 22 gennaio 2013

Colazioni vegan: il PORRIDGE

Alla ricerca di nuove ricette per una colazione vegan, ho sperimentato il PORRIDGE. Avevo già acquistato una confezione di fiocchi d'avena, avevo provato a mangiarli come semplici cereali con il latte vegetale freddo, ma il risultato non era stato dei migliori...Così, invece, sono molto più buoni! Inoltre è una ricetta versatile, poichè la si può modificare aggiungendo la frutta fresca e secca che più piace.
 


Scaldate 125 ml di acqua con un pizzico di sale e 3 cucchiai di fiocchi d'avena. Quando l'acqua sarà evaporata, aggiungete il latte vegetale (io ho usato quello di riso). Tenete sul fuoco finché la pappa non si sarà addensata. A questa preparazione potete aggiungere a piacere frutta (io ho usato una banana, ma il risultato è stato troppo dolce per i miei gusti...ma se a voi piace, provate pure!), frutta secca a pezzetti, miele o altro dolcificante (melassa, sciroppo d'acero...). E' una colazione veloce, molto nutriente e adatta anche ai piccoli vegan!

martedì 15 gennaio 2013

Acquisti online di prodotti ecobio!

Dal sito Il Giardino di Arianna ho acquistato alcuni prodotti di bellezza ecobio e volevo segnalarvi queste marche, perchè usano ingredienti naturali, hanno ottime certificazioni e non sono neppure costosissime!
 
Ho provato il mascara della Benecos, che costa meno di 5 euro, e l'ho trovato un degno sostituto del mascara della Lancome che usavo da anni.



Per i Birbi ho comprato il gel detergente corpo-capelli di Biofficina toscana, formulato con tensioattivi di origine vegetale e adatto alle pelli delicatissime dei bambini. Contiene olio di oliva toscano, camomilla, elicriso, calendula, tutto da agricoltura biologica. Non contiene PEG, parabeni, petrolati, SLS, SLES, alcool, siliconi e conservanti. Ottimo! In più è cruelty free e adatto ai vegani perchè non contiene nessun ingrediente di origine animale.
 
Infine, data la mia recente passione per i saponi, ho preso un sapone all'olio di argan e all'olio di oliva de La saponaria, un'azienda che produce saponi e altri prodotti cosmetici artigianalmente, utilizzando materie prime locali e genuine. Direttamente dal suo sito, vi indico quali siano i principi base delle loro scelte:
 
  1. Km 0 e appoggio ai piccoli produttori locali
  2. Ingredienti biologici ed equosolidali (Certificazione Biocosmesi Suolo & Salute)
  3. Produzione artigianale ed attenta
  4. Ricette semplici, efficaci e a basso impatto ambientale
  5. No a Sles, Siliconi, Edta, profumi, coloranti sintetici e derivati petrolchimici.
  6. No ad olio di palma e ad ingredienti ambientalmente insostenibili.
  7. No ai test sugli animali (adesione alla lista VIVO Cruelty Free)
  8. Packaging “leggero”, ecologico e riciclabile
  9. Prezzo equo


Sapone argan e oliva

Gnocchi (quasi) vegan

La mia nonna paterna era bravissima a fare la pasta fatta in casa. Fettuccine, quadrucci da fare in brodo, gnocchi...così, quando ieri, per la prima volta in vita mia, ho fatto gli gnocchi, l'ho sentita molto vicina. Mi sono rivista bambina, mentre, appoggiata al vecchio tavolino di cucina, la osservavo impastare con mani esperte, avvolta da nuvole di farina. La mia ricetta, però, è un po' diversa da quella degli gnocchi tradizionali...

GNOCCHI DI PATATE E TOPINAMBUR CON PISELLI E SALMONE
 


Lo dico subito, questa non è una ricetta del tutto vegan, dato che ci ho aggiunto un po' di salmone a listarelle e l'uovo nell'impasto degli gnocchi, ma ovviamente si può fare anche senza salmone e per amalgamare gli gnocchi si può usare della semplice acqua. Servono:

300 g di patate
300 g di topinambur
1 uovo
200 g di farina
Sale e pepe
4 manciate di piselli
3 fettine di salmone affumicato (ovviamente se non siete vegan)
1 confezione di crema di riso (ottimo sostituto della panna!)
1/2 cipolla
Olio evo

Cuocete patate e topinambur sbucciati. Una volta cotti, schiacciateli con lo schiacciapatate su un piano di legno e mettete al centro l'uovo, la farina e un po' di sale. Cominciate ad impastare, aggiungendo man mano la farina necessaria a fare un impasto compatto e soffice. Io vi ho scritto indicativamente 200 g, ma credo di averne usata di più alla fine. Lasciate riposare per qualche minuto l'impasto e poi iniziate a fare dei torciglioni da cui ricaverete gli gnocchi. Io, non essendo ancora praticissima, ho fatto in pratica degli gnoccoloni...voi che siete sicuramente più bravi, divertitevi a farli rigati coi rebbi della forchetta o con l'attrezzo apposito.

 Per il condimento, cuocete i piselli, dopo aver soffritto la cipolla nell'olio, per circa 10 minuti, poi aggiungete il salmone tagliato a striscioline e fate cuocere altri 5 minuti. Quando l'acqua bolle, buttate gli gnocchi aggiungendo all'acqua un po' d'olio per evitare che si attacchino. Scolateli quando vengono a galla e conditeli con piselli e salmone
, amalgamando con la crema di riso. 
La quantità di gnocchi è stata sufficiente per me, papà Micio e i Birbi. Regolatevi quindi con le dosi se volete fare più gnocchi.

MA COS'E' IL TOPINAMBUR?

Originario del Nord America, è conosciuto anche come rapa tedesca o carciofo di Gerusalemme. La parte commestibile di questa pianta dai fiori gialli, che avrebbero la caratteristica di girare sempre il capolino verso il sole (da qui il suo nome scientifico, Helianthus tuberosus, da "helios" = sole e "anthos" = fiore), sono i tuberi, dalla forma nodosa e irregolare, che si raccolgono in inverno e si cuociono come le patate. Poichè si trovano anche in zone alpine, la cucina piemontese lo impiega nella bagna cauda e nella fonduta.

Il topinambur ha ottime proprietà. Innanzitutto, a differenza delle patate, non contiene amido ma inulina, che quando viene digerita non produce glucosio e quindi può essere mangiata dalle persone con il diabete. Inoltre l’inulina è un’importante fonte di sostanze prebiotiche le quali agiscono a livello intestinale ripristinando la flora batterica con l’apporto di bifidus e lactobacilli.
In più il topinambur è anche un’importante fonte di sali minerali quali magnesio, potassio, fosforo e ferro e di oligoelementi come zinco, rame e selenio che, come è noto, possiede spiccate proprietà antiossidanti. Infine è fonte di biotina (vitamina H), utile per combattere stanchezza fisica, inappentenza e dolori muscolari.

Che bella scoperta, questo topinambur! Questo piatto è piaciuto tanto a tutta la famiglia Birbanti e, neanche a dirlo, abbiamo spazzolato tutto! Provateli e fatemi sapere!


 

mercoledì 9 gennaio 2013

Post solo per ragazze ecologiche!

Questo post è dedicato alle ragazze (al limite, ai ragazzi che vogliono fare un regalo utile ed ecologico alle proprie dame...). Parliamo della famosa COPPETTA MESTRUALE! Io ne sentivo parlare da un sacco di tempo e aspettavo l'occasione di trovarla in giro per provarla. Al negozio di prodotti sfusi che vi avevo segnalato qualche post fa ho trovato la MAMI CUP, di produzione italiana 100% e alla prima occasione...l'ho subito testata!
 
Innanzitutto bisogna dire che il "libretto" d'istruzioni all'interno della confezione non era assolutamente esauriente nella spiegazione su come inserirla, per cui è stato necessario ricorrere a qualche tutorial su Youtube (per fortuna in rete trovi IL MONDO!!). Dai racconti di altre donne sembrava che la questione "inserimento" dovesse essere più complicata, invece è stato più facile del previsto! Sarà che ho una certa dimestichezza con gli assorbenti interni, ma non ho trovato impossibile inserire la coppetta. Certo, posso capire che donne che non hanno mai usato gli assorbenti interni o che - per i loro motivi - non amano "smanettare" nelle proprie zone intime non trovino facilissimo l'uso di questa invenzione - secondo me - geniale.
 
Perchè GENIALE? I motivi sono tantissimi:

1) ci libera per sempre dalla schiavitù degli assorbenti: non si acquistano più, per tutta la vita, e questo è già un risparmio enorme se pensate che questa coppetta costa 23 EURO (io l'ho pagata così, poi ci sono altre marche che possono costare di più, ma siamo sempre sotto i 50 euro, per cui è una spesa che si ammortizza in breve tempo);
 
2) è un dispositivo assolutamente ecologico: non getteremo più nessun assorbente difficile da smaltire nella spazzatura e anche questa è una bella soddisfazione!
 
3) in quei giorni stop all'ansia da "oddio, sono uscita e non mi sono ricordata di mettere l'assorbente in borsa": dove andate voi, viene lei, la potete facilmente svuotare e reinserire ogni volta che volete, dove volete!
 
4) si può andare al mare o fare sport senza la paura di fuoriuscite e senza il minimo fastidio! Una volta inserita, davvero non ci si accorge di averla.

Ne esistono due versioni,

la taglia L, adatta a donne che hanno avuto una gravidanza o hanno un flusso molto abbondante, e la taglia M, adatta a chi non ha ancora avuto figli.
Anche la sua manutenzione è molto facile: la sterilizzate in acqua bollente la prima volta che la usate e poi ogni volta che finisce il ciclo. Ad ogni cambio, basta che la sciacquiate sotto l'acqua corrente, al limite lavandola con un po' di sapone.
 
Care amiche downshifters, io ve la consiglio caldamente. E' davvero un bel modo di essere donne eco-friendly!