mercoledì 4 giugno 2014

Latte di soia fatto in casa!

La famiglia Birbanti è una vorace consumatrice di latte vegetale, soprattutto di soia. Da quando abbiamo adottato un'alimentazione veg, si è reso necessario sostituire il latte vaccino, che si trova ovunque a prezzi spesso davvero vantaggiosi, con il più costoso latte vegetale, rigorosamente biologico, il che comporta sempre un certo livello di prezzo. Finora non ho mai badato a queste questioni, perché ritengo che sia preferibile spendere un po' di più pur di avere la sicurezza di mangiare e bere prodotti biologici, senza l'ombra di pesticidi e altre schifezze chimiche e artificiali. Però volendo percorrere la strada della decrescita come si deve, mi sembra arrivato il momento di autoprodurre anche il latte di soia.
Pensavo fosse molto più complicato, invece ho trovato un procedimento abbastanza semplice. In commercio esistono anche dei macchinari che producono latte vegetale, come questo, che si trovano in vendita anche su Ebay o Amazon, ma per iniziare ho voluto provare a farlo con le cose che avevo a casa, ossia pentola, frullatore ad immersione e olio di gomito!   

Ecco cosa dovete fare:

1. Acquistate della soia (io ho comprato la soia gialla della Ecor, che costa circa 1.80 euro). Mettetela a bagno per una notte.



2. Al mattino, scolate l'acqua che sarà un pochino torbida e mettete la soia in una pentola capiente. La proporzione è 1 litro d'acqua ogni 100 g di soia. 



3. Lasciate cuocere la soia per un'ora. Al termine della cottura, frullate il tutto con il frullatore ad immersione per almeno 5 minuti. Ne risulterà un liquido giallastro e anche schiumoso. Sembra davvero latte!



4. Ora arriva la parte un pochino più impegnativa: prendete una bacinella o un'insalatiera, poggiateci sopra uno scolapasta e sopra ancora un tovagliolo o un canovaccio, preferibilmente di lino (le maglie devono essere abbastanza larghe). 



5. Versate con un mestolo alcune cucchiaiate del liquido frullato e cominciate a strizzare il tovagliolo. Il liquido che colerà sarà il nostro latte di soia.



6. Ripetete l'operazione fino ad esaurimento del liquido, avendo cura di togliere la polpa rimasta intrappolata nel tovagliolo (sappiate che quella polpa non si butta ASSOLUTAMENTE: si chiama okara e impareremo a riutilizzarla nei prossimi post).



7. Per aromatizzare il latte, aggiungete un pizzico di sale e immergete un baccello di vaniglia senza aprirlo, facendolo girare per una ventina di volte. Per rendere il latte un po' più denso, si possono lasciare delle foglie di alga kombu immerse nel latte per un paio d'ore. L'alga kombu che avevo io in casa proviene dalle coste atlantiche della Spagna, è un'alga che vive in acque profonde ed è un concentrato di sostanze nutritive e minerali preziosi come il calcio, lo iodio, il magnesio, il ferro. La presenza di acido alginico, una sostanza collosa che rende la struttura della pianta flessibile all'andirivieni della risacca, rende ques'alga ottima come legante ed agisce come depurativo naturale dell'intestino, liberando le pareti del colon dalle tossine. Contiene inoltre mannitolo, il quale ha solo 2 kcal per grammo, ma dolcifica il 70% in più rispetto allo zucchero.  




8. Et voilà! Il nostro delizioso latte di soia homemade è pronto, non resta che metterlo in una bottiglia di vetro e conservarlo in frigo (può stare anche una settimana...ma credo finisca prima!). 


A me il suo sapore piace così com'è, ma volendo si può dolcificare con altri ingredienti, come lo zucchero di canna o il malto d'orzo.

Quali sono i vantaggi del fare il latte di soia da soli? Senza dubbio, il primo vantaggio è quello economico: molto meno di un euro al litro, contro i  2 e + euro del latte confezionato. Il secondo vantaggio è di tipo ecologico: questo latte è sempre conservato nel Tetrapak, che non è facilissimo da smaltire. Il terzo vantaggio è di tipo nutrizionale: il nostro latte homemade non è pastorizzato, a differenza dell'altro, pertanto mantiene intatte le sue caratteristiche nutritive. Il quarto vantaggio è di tipo emotivo: volete mettere la felicità che si prova ad aver prodotto con le proprie mani il latte che voi e i vostri familiari consumerete ogni mattina? E poi, volete mettere la felicità che si prova sapendo che per fare colazione nessuna mucca è stata sfruttata tra grandi sofferenze? 
Veg is the way!




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